Con l’epidemia da coronavirus la mole di ordini online ha avuto un’impennata pazzesca: agli ecommerce manager, ora, sono richieste caratteristiche di crisis management e problem solving. Così sta emergendo una nuova figura professionale: il Crisis Ecommerce Manager. Ecco cosa deve fare e come Crisis ecommerce manager.
Arriva il Crisis Ecommerce Manager
L’epidemia da coronavirus, con tutte le sue conseguenze, dalla quarantena obbligata che sta impedendo a milioni di persone di uscire di casa, allo smart working imposto dalle misure di prevenzione, sta mettendo a dura prova il mercato delle vendite online. Non è un caso che in una settimana gli acquisti on-line hanno segnato, un’impennata comprensibile, ma non prevedibile. Dal punto di vista di gestione, infatti, per chi opera nel settore, è stato come trovarsi a fronteggiare improvvisamente una mole di ordini che fino ad oggi si era verificata solo in giorni precisi e prestabiliti (come nei weekend o giorni di eventi e feste programmate) come il Cyber Monday o il Black Friday.
Adattarsi ed evolversi ora è fondamentale
A evolversi e ad adattarsi alle nuove esigenze imposte dagli effetti di questa epidemia, però, non sono solo le abitudini dei consumatori, ma anche le figure aziendali che gestiscono il mondo delle vendite online. Mai come oggi, agli ecommerce manager, le figure che dirigono i siti di vendita online delle aziende , si richiedono caratteristiche di crisis management e problem solving, tanto che si sta profilando all’orizzonte un nuova figura con skill specifiche: il crisis ecommerce manager, un professionista capace di fare fronte alle nuove e improvvise esigenze che il mercato impone.
Principalmente gli aspetti fondamentali che il crisis e-commerce manager deve gestire e amministrare in epoca di crisi “Coronavirus ” sono:
- velocità
- logistica
- assistenza clienti
- merce in vendita
Soprattutto in periodi di particolare stress, infatti, va garantito l’uptime del proprio portale di vendite, vanno stabilite, aggiornate e coordinate le opzioni di multimagazzino che sovraintendono all’approvvigionamento delle merci (a giorni, a ore), va verificata la performance del servizio clienti, che deve essere in grado di gestire richieste a flusso continuo e in diverse lingue, e ovviamente va controllata la disponibilità della merce così da prevederne il riassortimento in base alle richieste generate dal particolare momento.
Non tutti i mali vengono per nuocere
L’epidemia da coronavirus (CoVid-19) ci insegna quanto il futuro della vendita on-line sia imminente e come sempre più gli utenti nonostante costretti ad una quarantena obbligatoria non rinuncino a fare acquisti, come dire “non tutti i mali vengono per nuocere”…
Conclusione
Ancora una volta ad avere la meglio saranno le aziende che hanno già affrontato la digitalizzazione, comprendendo la necessità di effettuare per le proprie vendite online una scelta che sia prima di tutto tecnologica. Quello che è evidente è che ad essere competitivi sono quei brand che hanno compreso che fare un e-commerce equivale in termini di pianificazione a costruire un nuovo ramo di azienda. Al centro la scelta tecnologica e la formazione del proprio management e del proprio personale.
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